La storia della musica medievale è un argomento sempre ostico da affrontare in classe che risulta essere spesso noioso e poco vario. Ho allora deciso di proporre questo periodo musicale in maniera alternativa, puntando proprio sul compito di realtà: vestire i panni di Guido d'Arezzo, monaco benedettino amanuense a cui si deve l'invenzione del Tetragramma e delle note musicali.
Il primo passo è stato quello di trasportare subito gli alunni nell'atmosfera medievale attraverso questo bellissimo video di Mastro Elia disponibile su Youtube. Elia, attraverso questo video, cerca di spiegare il mondo musicale medievale in chiave contemporanea. I miei alunni si sono divertiti tantissimo a guardarlo!
Ho consegnato ai ragazzi questo materiale, un riassunto preso dal libro di testo, leggermente rivisitato perché fosse qualcosa di visivamente facilitato attraverso immagini e colori, affinchè fosse d'impatto anche per gli alunni con BES. Dopo aver letto le schede, averle approfondite e aver ascoltato dei brani, gli alunni possono dare sfogo alla propria creatività, colorando come preferiscono le cornici e lo spartito presente sulla scheda, un po' per entrare nell'idea dell'amanuense e delle decorazioni.
Dopo essere entrati nel mondo del canto gregoriano e aver compreso il contesto storico che ha portato alla nascita del neuma come forma di notazione musicale e l'introduzione del tetragramma per una rappresentazione più precisa delle melodie, è essenziale approfondire cosa sia il neuma. Esamineremo come i neumi vengono scritti, il loro utilizzo nella pratica liturgica e i vari tipi esistenti. Successivamente, analizzeremo il brano gregoriano "Ut queant laxis", studiandone la scrittura neumatica e confrontandola con la notazione musicale moderna per comprendere meglio l'evoluzione della notazione musicale.
Queste due schede, spiegano in maniera schematica, colorata e semplificata, l'evoluzione della scrittura neumatica e mettono a confronto il brano "Ut queant laxis" di Guido d'Arezzo nella notazione neumatica e nella notazione moderna. In particolare, con la seconda scheda si imposta un duplice lavoro, dapprima quello di individuare le figure neumatiche presentate nella prima scheda, per poi passare allo studio del brano gregoriano, con focus sui gradi della scala (ut, re, mi, fa, sol, la).
Dopo aver esplorato il ricco contesto musicale medievale, aver studiato la figura fondamentale di Guido d'Arezzo e la sua innovazione del tetragramma, approfondito la conoscenza dei neumi e delle loro diverse tipologie, sperimentato il canto gregoriano cantando a squarciagola il celebre brano "Ut queant laxis", ora ci avviciniamo al fulcro della nostra attività: il compito di realtà. Questo ci permetterà di applicare concretamente quanto appreso, mettendo alla prova le nostre competenze musicali e culturali in un contesto reale e pratico.
COMPITO DI REALTÀ
Il compito di realtà ha come titolo "UN GIORNO CON GUIDO D'AREZZO". In questa emozionante attività, i nostri ragazzi si trasformeranno in amanuensi medievali, creando il proprio spartito proprio come si faceva nei monasteri del Medioevo. Attraverso questa esperienza, vivranno un giorno nei panni di antichi scribi, mettendo alla prova la loro creatività e competenze musicali, per dare vita a un'opera unica e personale.
STEP 1: SPIEGAZIONE DETTAGLIATA DEL COMPITO
Il primo passo da fare è spiegare dettagliatamente ai ragazzi quale compito andranno a svolgere e le fasi di valutazione. L'attività impegnerà cinque ore e sarà sottoposta ad una duplice valutazione dalla quale uscirà un voto di media. Gli alunni dovranno scegliere uno spartito gregoriano da riprodurre su una pergamena. La prima valutazione è quella del percorso: l'impegno nell'analisi dello spartito, della ricerca delle figure neumatiche, della responsabilità del materiale e dell'attitudine allo svolgimento del lavoro. La seconda valutazione si occuperà invece di valutare il risultato finale, ossia lo spartito, e l'esecuzione vocale del brano. Ho optato per una valutazione così suddivisa perché gli alunni non si sentano penalizzati dal non avere grandi doti "artistiche", ma fossero coscienti del fatto che venga valutato l'impegno, l'attenzione e il senso di responsabilità nell'affrontare questo compito.
STEP 2: VISIONE E CONSEGNA DEGLI SPARTITI
Ho selezionato dalla rete numerose immagini di spartiti gregoriani, da quelle più semplici e lineari senza miniature, a quelle riccamente decorate. Le ho stampate a colori ognuna su un foglio e le ho portate in classe. Le ho fatte visionare agli alunni, facendo notare le differenze e, di conseguenza la difficoltà di riproduzione. A questo punto, chiamo alla cattedra ogni alunno per scegliere liberamente quale spartito realizzare, dando la precedenza di scelta proprio agli alunni con bisogni educativi speciali che avranno a disposizione tutti gli spartiti per poter decidere con serenità quale spartito possa essere portato a termine senza difficoltà. Consegno poi a ciascuno di loro un cartoncino simil-pergamena e...via col lavoro!
STEP 3: METTIAMOCI ALL'OPERA
Ecco che la nostra classe si trasforma in uno scriptorium di un monastero, dove tanti amanuensi lavorano alacremente alla produzione di spartiti musicali straordinariamente decorati. Si comincia dal tetragramma con le sue quattro linee. Righello alla mano e...si parte! In questa fase, ho suggerito agli alunni di lasciare un bordo a sinistra del foglio di circa un centimetro, che ci servirà per la rilegatura del nostro personalizzatissimo ANTIFONARIO. Ecco alcune foto delle prime fasi del lavoro!
Il lavoro sugli spartiti gregoriani procede regolarmente e si arricchisce ad ogni lezione di nuovi particolari, neumi e testi in lingua latina. La prima fase del progetto prevede l'abbozzo delle composizioni con la matita, una fase fondamentale che consente di delineare la struttura e l'andamento melodico. Una volta completata questa fase, gli studenti passeranno alla colorazione, dando vita e vivacità ai loro spartiti. Dopo due ore di lezione, anche con l'insegnante di arte, gli alunni iniziano a lavorare alle miniature e ai capolettera decorati, elementi cruciali per l'abbellimento degli spartiti. Questo approccio integrato permette di procedere di pari passo, con l'obiettivo di completare insieme il lavoro, fondendo la precisione musicale con l'arte visiva medievale. Ecco altre immagini che mostrano l'evoluzione del percorso.
Si procede in maniera condivisa tra le ore di musica e di arte, creando una sinergia perfetta tra le due discipline. Dopo l'abbozzo a matita, gli alunni passano alla colorazione utilizzando la tecnica del pastello. A fine lavoro, le insegnanti mettono a disposizione dei pennarelli oro, ideali per dare risalto e ricchezza alle decorazioni realizzate. Così, gli spartiti prendono forma e si trasformano in meravigliosi esempi di musica medievale gregoriana, riflettendo la bellezza e la complessità dell'arte amanuense. Ecco il risultato straordinario che sono riusciti a portare a termine i miei alunni!
SI PROSEGUE CON RELIGIONE CATTOLICA (FACOLTATIVA)
Dopo aver completato gli spartiti, il percorso è proseguito con l'approfondimento di altre due discipline. La prima di queste è IRC, che ha permesso di esplorare il monachesimo e la figura del monaco amanuense. La professoressa ha arricchito l'esperienza degli alunni proponendo la visione di un video sul laboratorio di restauro del libro antico presso l'Abbazia di Praglia, non molto distante da noi. I ragazzi hanno potuto osservare da vicino la maestria e la complessità del lavoro di restauro dei libri antichi, apprezzando le tecniche raffinate e la cura necessaria, simili a quelle che abbiamo adottato per realizzare i nostri spartiti medievali, sebbene adattate ai nostri tempi.
CHIUDIAMO IL CERCHIO CON TECNOLOGIA
Dopo aver completato gli spartiti, questi passano nelle mani dell'insegnante di tecnologia, che spiega agli alunni le varie tecniche di rilegatura di un libro. L'insegnante mostra come rilegare un libro con ago e filo, illustrando i passaggi fondamentali di questa antica tecnica. Successivamente, gli alunni realizzano la rilegatura del loro Antifonario, lavorando con dedizione e cura sotto l'attenta supervisione dell'insegnante. Così, i nostri spartiti si trasformano in un meraviglioso libro medievale, completo di copertina e frontespizio, diventando un autentico capolavoro che unisce musica, arte e artigianato.
UN FINALE COL BOTTO!
L'attività si conclude col botto...i ragazzi che interpretano il brano di Guido d'Arezzo "Ut queant laxis". Leggono dallo spartito gregoriano consegnato alla seconda lezione e intonano i vari gradi della scala. Chi avrebbe mai detto che ragazzi di 12 anni avrebbero cantato un brano gregoriano? Eppure, eccoli qui, in tutto il loro splendore a concludere questo bel cammino cantando insieme, l'attività di cooperative learning per eccellenza. Si aiutano e si spalleggiano cantando l'uno di fianco all'altro, con sintonia e rispetto. Questo è il risultato più bello!
Dopo aver registrato il brano, ho somministrato agli alunni una verifica senza voto che ha ottenuto risultati ben migliori di quelli ottenuti da altri argomenti storico-musicali affrontati nella maniera più "tradizionale". Un risultato incredibile e inaspettato.
A questo si sono aggiunte due ulteriori schede, una di autovalutazione da parte dell'alunno, per fare in modo che ognuno di loro faccia una riflessione metacognitiva sul proprio lavoro e sul proprio apprendimento, a cui segue un'ultima scheda di gradimento dell'attività in questione.
Per la valutazione dell'attività, fai riferimento a quanto viene spiegato nello STEP 1.